Domenica 21 maggio, all’età di 80 anni, si è spenta la sociologa inglese Margaret Archer, una delle protagoniste del dibattito sociologico internazionale. Prima donna eletta a tale carica, è stata presidente dell’International Sociological Association dal 1986 al 1990.
La professoressa Archer ha iniziato la sua carriera come sociologa dell’educazione. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso la London School of Economics nel 1967 e ha lavorato con Pierre Bourdieu e Luc Boltanski all’Ecole Pratique des Houtes Études di Parigi. Ha trascorso la maggior parte della sua carriera all’Università di Warwick, da cui si è ritirata nel 2010. Ha conseguito due dottorati honoris causa. Dal 2014 al 2019 è stata Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali in Vaticano.
Con i suoi lavori teorici, Margaret Archer ha contribuito a definire l’agenda del dibattito sociologico per almeno tre decenni. È nota soprattutto per la sua associazione con il realismo critico e per lo sviluppo della prospettiva morfogenetica: un’ambiziosa e complessa teoria sociale che mette in relazione struttura, cultura e agency senza riduzioni – o “conflazioni”. La prospettiva morfogenetica è stata sviluppata in una serie di saggi molto influenti pubblicati dalla Cambridge University Press: Culture and Agency (1988), Realist Social Theory: The Morphogenetic Approach (1995), Being Human. The Problem of Agency (2000), Structure, Agency and the Internal Conversation (2003); Making our Way through the World. Human Reflexivity and Social Mobility (2007), The Reflexive Imperative in Late Modernity (2012) e (con Pierpaolo Donati) The Relational Subject (2015). Insieme ai suoi colleghi del Centre for Social Ontology, ha inoltre curato una serie di volumi sulla società morfogenetica presso Springer e, più recentemente, anche una nuova serie sui futuri post-umani presso Routledge.
Nell’ottobre del 2007 Margaret Archer è stata ospite di un Seminario interdisciplinare su Critical Realism and Social Identities in Contemporary Society, promosso dal nostro Dipartimento a cui parteciparono Pierpaolo Donati, Guido Gili, Fabio Ferrucci, Giovanni Maddalena, Flavia Monceri, Lorenzo Scillitani e alcune dottorande in Sociologia e ricerca sociale.
La ricordiamo con profonda stima per la lucidità del suo pensiero e per i suoi tratti di gentilezza e di cordialità che contraddistinsero la sua presenza nel nostro Ateneo.