Flavio Felice, professore ordinario di Storia delle dottrine politiche presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione (SUSeF) dell’Università degli Studi del Molise, e Dario Antiseri, professore emerito di Epistemologia delle scienze sociali presso la Luiss Guido Carli di Roma, hanno di recente pubblicato il volume: Giustizia economica e libertà vivono e muoiono insieme. Lettera ai “liberali distratti” e agli “statalisti ottusi”.
Oltre che di “uguaglianza davanti alla legge”, è un tratto fondamentale dello Stato di diritto, cioè dello Stato liberal-democratico, l’idea di “uguaglianza delle opportunità”, vale a dire dei punti di partenza. Ma ecco, subito, l’accusa insistentemente ripetuta, e senza tregua: la tradizione del liberalismo non si è un granché preoccupata delle effettive situazioni ingiuste dei “punti di partenza” ed ha del tutto ignorato le tanto spesso disastrose e non di rado disumane realtà dei “punti di arrivo”.
Gli autori offrono una panoramica sulle posizioni di alcuni importanti interpreti della tradizione liberale e cristiana. In particolare, mostrano gli argomenti di importanti teorici liberali come Hayek, Popper, Einaudi e Friedman, a favore di un concreto sistema di sostegno al reddito e propongono la lettura esegetica di don Angelo Tosato, sulla ricchezza e il Vangelo, di Michael Novak, sulla ridefinizione della “giustizia sociale”, e di Wilhelm Röpke, sui limiti e sui presupposti del mercato nella tradizione dell’Economia Sociale di Mercato; libertà e giustizia economica vivono e muoiono insieme.